Sacrario militare di Redipuglia
Redipuglia (GO)
Restauro
Progettazione Definitiva
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Segretariato Generale – Struttura di missione per gli Anniversari di interesse nazionale
Eugenio Vassallo, Maurizio Milan, Andrea Piero Donadello, Paolo Cornale, Carlo Pavan, Nicola Pavan
Andrea Tomasino
La parte alta del Sacrario, il raggiungimento della sommità della scalea, costituisce una sorta di traguardo: momento di arrivo e punto di osservazione del territorio goriziano. L’attenzione ricade sulla dimensione paesaggistica del progetto di Greppi e Castiglioni, sulla complessità di un monumento composto da tanti elementi e sull’equilibrio che da sempre è insistito tra il Sacrario e il suo contesto. Contesto da interpretare come parte del monumento e che con questo sigillava una sorta di sodalizio. Quest’equilibrio oggi appare meno solido a causa delle inevitabili trasformazioni che il tempo e le nuove esigenze funzionali hanno imposto in termini di accessibilità e manutenzione della crescita del bosco.
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L’ipotesi di progetto si propone di riscoprire un equilibrio sia formale dimensionale che espressivo nel rapporto tra paesaggio e Sacrario, ed in quest’ottica prevede il taglio delle specie arboree poste in sommità del Monte Sei Busi e a ridosso del monumento. La forma del quadrato, che si viene a creare con lo sfalcio e il taglio degli alberi compresi nell’area di progetto, aiuta a riproporzionare la misura del monumento amplificandone il significato e compiendo così la chiusura del percorso in uno spazio che torna ad accogliere la scalea; omaggiando quella collina dall’aspetto brullo e prevalentemente roccioso, battuta dal vento e luogo di battaglia, che è il paesaggio carsico prima degli interventi di riforestazione degli anni ’50 e ’60 del Novecento.
La cesura compresa tra il Monumento ed il giardino, ovvero lo spazio compreso tra l’ultimo gradone della scalea (con la Cappella, le due tombe dedicate ai militi ignoti e le due ali del museo) e l’area a giardino (con l’osservatorio-cisterna dell’acqua), si qualifica come un momento di passaggio. Si tratta di uno spazio dotato di particolare tensione: qui tutto richiama un’idea di sospensione – di respiro trattenuto – perché per un verso rappresenta l’ingresso al Sacrario dal monte, e per l’altro è cesura che separa il monumento dalla cima della montagna su cui è poggiato.
In effetti, per raggiungere questo spazio, a partire dal monumento, è necessario discendere una gradonata e da qui per raggiungere il monte è necessario salirne un’altra. Evoca l’immagine di una trincea allargata, una sorta di limbo, o spazio calmo, che non guarda direttamente il Sacrario o il monte.
Oggi questo spazio si connota come il retro del monumento, un collegamento ai vani di servizio tra il parcheggio e la cappella, non di certo come un momento atteso da scoprire.
Il progetto si propone di superare questa percezione e tenendo conto delle funzioni presenti riorganizza i collegamenti e riordina, semplificando, la vasta quantità di elementi e materiali che caratterizza questo spazio.